mercoledì 25 febbraio 2009

Storia di Nano, vitellone Valle Elvo



Buongiorno, sono un vitellone della Valle Elvo, vero figlio di queste montagne e delle vacche Pezzate Rosse Oropa (grande razza locale). Da queste parti, noi vitelloni, non siamo in tanti, la maggior parte delle mie sorelle vengono destinate a sostituire le loro mamme quando sono diventate troppo vecchie.

Ai miei fratelli maschi, la mamma da’ il colostro. Dopo 2-3 settimane dal parto vengono venduti a grossisti che li portano in pianura, nelle grandi stalle, dove diventano vitelli a carne bianca: per questa produzione siamo molto ricercati.

Io invece ho avuto un destino diverso. Un gruppo di appassionati, veterinari, zootecnici, agronomi, qualche anno fa, ha avuto questa pensata: “ Fare nascere vitelli e’ un mestiere difficile, bisogna essere allevatori veri, professionisti in gamba. La nostra valle e’ ancora ricca di questi esperti personaggi. Vendere il vitello piccolo impoverisce l’economia della zona. Bisogna che, superando la tradizione, siamo in grado di far diventare i vitelli adulti, ingrassarli e preparali al meglio per la macellazione. Cosi’, anche il consumatore, potra’ essere sicuro che quello che mangia, e’ nato, allevato, ingrassato vicino a casa sua, con sistemi moderni ma rispettosi della tradizione.”

Questa idea e’ arrivato alle due Comunita’ Montane della Valle Elvo: quella Alta, che ha sede a Graglia Merletto (BI), e quella Bassa che sta a Occhieppo Superiore (BI). Gli amministratori delle Comunita’ montane hanno pensato che la cosa non era campata in aria e si sono detti disponibili a dar credito, nel senso di tempo e soldi.

Cosi’, per cominciare, e’ stato ingaggiato uno “zootecnico” che viene da Cuneo, o almeno da quelle parti, si chiama Adriano. A lui hanno dato il compito di fare le consulenze alla aziende agricole che avevano alzato la mano e avevano detto: “Noi vogliamo a vedere cosa ci propongono, tanto, se non fa bene, certamente male non fa.” Cosi’ con il tempo bello o brutto, d’estate e d’inverno, due giorni al mese Adriano li va a trovare e fa con loro delle belle chiaccherate.

Si capisce che non basta raccontare quello che c’e’ nei libri o quello che fanno in giro per il mondo, bisogna capire bene se la nostra razza e’ in grado di dare i risultati sperati: il consumatore, ai giorni nostri, e’ difficile da accontentare.

Cosi’ il gruppetto di amici e’ andato a cercare uno che se ne intende di prove sugli animali: il direttore del Dipartimento di produzioni animali dell’Universita’ di Torino, si chiama Domenico. Anche a questo signore (professore eh!) la cosa e’ piaciuta e si e’ coinvolto. Bisognava avere una stalla con tre box, un silos, una pesa… annessi e connessi. Cerca di qui e di la’ e si sono fatti avanti la Marzia e il Gillio: a Netro hanno preparato tutto quello che serviva. Cosi’, nel dicembre del 2005, sono arrivati – gia’ svezzati – 18 bei vitelli, tutti maschi: 12 erano Pezzati Oropa, 6 meticci con padre Blu Belga (una razza da carne molto conosciuta). Hanno dato loro il fieno di Netro e il mangime che preparavano (sempre fresco) Bernardo e Emanuele. Sono stati coccolati per circa un anno, poi e’ arrivato il momento piu’ delicato. Si sa, noi vitelloni, abbiamo vita facile ma non lunga. Alle macellazioni c’era sempre una ragazza che pesava e prendeva campioni per fare le analisi: l’Elisabetta. Questa signorina gentile – grazie anche ai miei fratelli maggiori – e’ diventata “dottore in scienze delle produzioni animali”.

Nel frattempo tutta la squadra degli amici del “Programma carne” – ormai molto affiatata – ne aveva pensata un’altra: i vitelloni del nuovo ciclo li dobbiamo conoscere addirittura prima della nascita, vogliamo scegliere mamma e papa’. La mamma sara’ sempre di questa valle e pezzata Oropa, il padre potra’ essere di questa razza o “Piemontese”. Questi Piemontesi, oltre a essere figli della nostra terra, sono una delle migliori razze da carne del mondo. Cosi’ hanno scelto le mamme e il veterinario Rossano ne ha fecondate una quantita’: siamo nati in tanti – tra novembre 2006 e gennaio 2007 -, uno di questi sono io.

Siamo stati un poco con la nostra mamma, poi, una sera d’inverno, Attilio e Costante sono venuti a prenderci con un camion e ci hanno portati a Zubiena – sulla Serra – nel capannone del Guido e della Luigina. Li si stava molto bene, le prime settimane ognuno di noi aveva una gabbietta singola: era un po’ noioso, non si poteva giocare, ne sgroppare. Poi, finalmente, ci hanno messo nei piccoli box: era come l’asilo, c’erano tre classi, i piccoli, i medi e i grandi. Ne abbiamo fatte di tutti i colori: uno di noi, un pomeriggio, e’ scappato ed e’ corso fino alla frazione Parogno, Guido e Rossano gli sono corsi dietro fino a quando avevano fiato. Fortuna che un signore l’ha chiuso in cortile, altrimenti poteva perdersi nei boschi. La Luigina, mattino e sera, ci preparava il latte tiepido con una macchina bellissima: tutta d’acciaio.

In primavera, quando avevamo imparato tutti a mangiare cose solide, siamo stati trasferiti di nuovo dalla Marzia. Qui, in tutta tranquillita’, nel nostro capannone aperto su un lato, su un letto di paglia, siamo diventati grandi. Ci facevano compagnia, spesso ci pulivano e ci davano da mangiare, Daniele e Luca i figli della Marzia. Verso la fine di ogni mese Domenico, Rossano, Michele, Rinaldo Costante, e Andrea ci pesavano: calavano la pesa dentro a un box; noi, per gioco, facevamo gli scontrosi e loro un po’ si spazientivano: era molto divertente. Con loro venivano, da un posto vicino a Pinerolo, anche gli studenti in veterinaria: Maurizio e Davide.

Tutto quello che abbiamo mangiato: dal latte, al fieno, al mangime e’ stato attentamente selezionato, qualche volta, di questi alimenti, e’ stata fatta l’analisi. Noi, come vi ho raccontato, siamo stati pesati ogni mese. Avevamo sempre lo spazio giusto, la paglia nuova e non abbiamo mai avuto stress, una volta siamo stati vaccinati e, in estate, ci hanno spruzzato sul corpo un liquido fresco. Hanno passato al setaccio anche la nostra cacca…

Speriamo che le nostre carni siano gustose come la storia che vi ho raccontato. Fateci sapere compilando e restitutendo il questionario che vi hanno consegnato.

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Ufficio agricoltura e foreste: istituito il 1° settembre 1981, responsabile Costante Giacobbe